Lo sviluppo della medicina nel XIX secolo

L’attività economica crebbe rapidamente nel corso del 18° secolo. Era l’inizio della rivoluzione industriale che coinvolgeva l’Europa occidentale e l’ America.
Anche il 19° secolo vide il binomio industria e sviluppo andare a braccetto sostenendo un ritmo che, oggi, non possiamo neanche immaginare. Era quello, inoltre un periodo di intensa ricerca che diede luogo a scoperte scientifiche ed invenzioni.
In questo periodo anche la medicina fa progressi, tiene il passo. Si fa spazio la microbiologia, iniziata con Antonie Philips van Leeuwenhoek (1632-1723), che per primo osservò i microrganismi con un microscopio.
Nonostante gli enormi passi avanti nell’individuare e prevenire le malattie, un problema continuava a persistere: curare e guarire le malattie infettive.
Ciò è sempre più importante in quanto il 19° secolo si presenta come un momento di grande cambiamento dovuto alla crescita dell’industria che porta con sé malattie legate al lavoro, come per esempio dermatiti, infezioni polmonari ed altre manifestazioni dovute al contatto con particolari materiali o elementi.
E’ anche il momento in cui vengono introdotti basilari principi di igiene quale quello suggerito da Ignaz Semmelweis (1818-1865) che fece crollare il tasso di mortalità post-parto tra le neo-mamme, insistendo sul fatto che i medici dovessero lavarsi le mani prima di aiutare le donne a dar luce ai propri figli.
Insieme all’industria, però, crescono rapidamente anche le città. La popolazione si concentra nelle zone urbane e sorgono i primi problemi di salute sotto forma di epidemie di tifo e colera.
I paesi, come Regno Unito, Spagna, Portogallo, Francia che hanno esteso il proprio dominio su paesi stranieri hanno conosciuto anche malattie letteralmente “trasportate” dai viaggiatori. Un esempio ne è la febbre gialla.

Due cose, più di tutte, favorirono il diffondersi delle cure:

il miglioramento nelle comunicazioni, ivi incluse le poste, permise il diffondersi delle notizie che, prima, rimanevano confinate ai libri di medicina.

Lo sviluppo della democrazia ha fatto la sua parte, creando un campo di libertà in cui scienziati innovativi riuscirono ad imporre le proprie idee vincendo la resistenza dei conservatori ed anche del clero.

Esempio ne sono Charles Darwin (per quel che concerne l’evoluzione) e Gregor Johann Mendel (per la genetica).
Dal punto di vista della ricerca di una soluzione per la cura delle malattie infettive, un nome noto a tutti è quello di Louis Pasteur (1822-1895), un chimico e microbiologo francese, conosciuto come uno dei fondatori della microbiologia. Dopo aver lavorato per diversi anni come insegnante a Strasburgo e Digione, divenne professore di chimica presso l’Università di Lille nel 1854. Tutto parte da una ricerca sulla fabbricazione di bevande alcoliche. Pasteur dimostrò che dei batteri avevano causato l’inacidimento di vino e birra. Dimostrò anche che facendo bollire un liquido – per esempio il latte – era possibile rimuovere i batteri. Tale processo è conosciuto oggi con il nome di pastorizzazione (da Pasteur, appunto).
Da qui, egli lavorò allo sviluppò della penicillina, pietra miliare nella medicina moderna, per combattere i batteri che, venuti dall’ambiente, attaccavano il corpo debilitandolo.